Vita indipendente è libertà di scegliere come vivere ogni giorno, lavorando sui limiti imposti dalla disabilità. Grazie a questa libertà, Stefano Minozzi si è realizzato nel lavoro e nella gestione della quotidianità.

 

Cosa significa Vita indipendente?

Vita indipendente è autodeterminazione, è costruire la propria vita e i propri progetti senza doversi sentire in obbligo o in dovere verso coloro che ti assistono. Vita indipendente è sentirsi liberi di vivere a modo proprio, liberamente.

 

Quando è cominciato questo progetto?

Il mio progetto di Vita indipendente è iniziato moltissimi anni fa. Concettualmente ha iniziato a prendere forma nei primi anni ‘90, poi piano piano costruendo passo a passo le condizioni per rendere possibile il tutto, nell’anno 2000 finalmente si è concretizzato il sogno di vivere da solo. All’inizio mi sono dovuto adattare andando a vivere con altre tre persone al fine di ottimizzare i costi per poter avere un’assistenza continua 24 ore su 24.

 

Come organizzi le tue giornate?

Le mie giornate sono molto abitudinarie, dettate dalla tempistica necessaria alla cura della mia persona che deve coincidere con gli orari del mio lavoro. Gli unici momenti “allo sbando” sono quelli delle giornate festive o delle vacanze in cui mi piace dormire un po’ più a lungo, fare colazione con molta calma quando ormai è quasi ora di pranzo e poi passeggiare o andare da qualche parte in auto nelle zone qui limitrofe, ritirarmi poi con calma verso sera in casa e cenare con altrettanta tranquillità.

 

Quando si realizza la vera inclusione?

La vera inclusione secondo me si realizza soltanto nel momento in cui la mia carrozzina diventa una caratteristica e non una condizione. La vera inclusione avviene quando posso andare dove vanno tutti senza dover chiedere se è accessibile; quando posso usufruire degli stessi servizi senza arrabattarmi per trovare una soluzione alternativa; quando le persone che non conosci si rivolgono direttamente a te e non a chi ti sta accompagnando.

 

Il tuo percorso lavorativo: di cosa ti occupi?

Ho iniziato a lavorare molto tardi, anzi devo dire che ho iniziato a lavorare proprio quando è iniziato il mio percorso di vita indipendente, quando mi sono staccato dalla famiglia e mi sono allontanato dalla mia città natale. Ho avuto la fortuna di trovare un’azienda che si occupa di informatica che cercava una persona con disabilità da assumere. Mi sono integrato subito molto bene e ho avuto la possibilità di far valere le mie conoscenze e le mie capacità. Ancora oggi, dopo una breve pausa di cinque anni in cui ho tentato con altri soci di creare una cooperativa di servizi, lavoro in questa ditta in cui mi occupo delle pagine web dell’amministrazione provinciale. Programmo il nostro CMS e faccio assistenza per i clienti che non riescono a utilizzarlo o hanno problemi nell’utilizzo. Nell’ultimo anno inoltre mi sono offerto come docente per tenere dei corsi introduttivi alla gestione del nostro sistema per la gestione delle pagine web.

 

Cosa rappresenta il tuo incarico di presidente della Sezione UILDM di Bolzano?

Essere presidente della Sezione di Bolzano è senz’altro un onore, ma allo stesso tempo è anche un dovere per fare in modo che la nostra sezione, che esiste da quasi trent’anni, non si spenga. Purtroppo, come accade in tantissime altre realtà UILDM, non esiste un ricambio ed è difficile trovare una persona che abbia voglia di mettersi in gioco per tenere le redini di questa realtà. Personalmente nei confronti della UILDM provo un senso di gratitudine, perché è stata proprio grazie a quest’associazione che ho potuto iniziare a vivere in maniera autonoma e indipendente. Lasciarla sarebbe come abbandonare un membro della famiglia al suo destino.

 

In che attività siete impegnati maggiormente?

La nostra Sezione principalmente si occupa dei trasporti. Nell’ultimo anno in particolare ci stiamo spostando verso la realizzazione di progetti di integrazione, come l’abbattimento delle barriere architettoniche, l’inclusione lavorativa e la fisioterapia.