A livello lavorativo esiste una figura che può favorire e facilitare l’inserimento delle persone con disabilità all’interno di aziende e imprese. Si tratta del disability manager, una professionalità ancora poco conosciuta e diffusa in Italia. Nella Pubblica Amministrazione la figura è stata per la prima volta citata nel "Libro bianco su accessibilità e mobilità urbana" del 2009, nato dal lavoro del tavolo tecnico istituito tra il Comune di Parma e il Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali. Il tema, in quel momento, era quello di agevolare gli spostamenti dalla casa al luogo di lavoro. Si inizia così, partendo dall’ambito della mobilità, a parlare del disability management che nel tempo ha visto ampliare il suo campo d’azione, interessandosi di politiche sociali e di inserimento nel mondo della scuola e del lavoro.

In ambito lavorativo il disability manager, «più che una professione in sé, è una “competenza” aggiuntiva che può integrare una professionalità preesistente», dichiara la SIDiMa – Società Italiana Disability Manager. Quindi il suo ruolo «può cambiare molto, anche in base ai diversi contesti di lavoro: enti locali, ospedali, aziende».
Il disability manager è una figura che aiuta aziende e lavoratori con disabilità a considerare l’inserimento lavorativo come un momento di valorizzazione della risorsa, conciliando il diritto al lavoro e all’inclusione lavorativa con le esigenze di efficienza produttiva dell’azienda.

Secondo Marino Bottà, attuale direttore generale di Andel - Agenzia nazionale disabilità e lavoro, «il disability manager, esperto nella gestione delle risorse umane con disabilità, è il promotore e il supervisore delle azioni di pianificazione, programmazione, reclutamento, selezione, inserimento, formazione e conservazione del rapporto di lavoro. È colui che facilita le relazioni interne, individua le soluzioni tecniche e organizzative per mettere la persona con disabilità nelle condizioni di essere produttiva in modo congruente con le sue possibilità e potenzialità. Inoltre sensibilizza i colleghi, contiene le conflittualità, garantisce la sicurezza, rimuove gli ostacoli organizzativi, ambientali e comportamentali che limitano l’integrazione, favorendo così un clima aperto e un’opportunità di reciproco successo. Egli valorizza infine l’autonomia e la professionalità del lavoratore, conciliando le esigenze di vita, di cura e di lavoro.»

La sua sfera di azione non è solo dentro alla realtà aziendale, ma deve comprendere uno sguardo rivolto all’esterno. Nel raggiungere questi obiettivi, infatti, un aspetto centrale è il dialogo costante e il confronto con le associazioni operanti nel mondo del sociale, i servizi sanitari e quelli del lavoro che si trovano sul territorio.

Per approfondire la figura del disability manager:

La figura del disability manager fra buone prassi e prospettive (FISH Onlus)

Come fare per diventare un disability manager

Disability manager: i “passeur” della disabilità? (Superando.it)

Il Manifesto del disability manager (Superando.it)

Società Italiana DIsability Manager